Barone Wilhelm von Gloeden
Wilhelm von Gloeden (1856–1931) era un fotografo nato in Prussia che ha reimmaginato l'antichità classica attraverso i corpi baciati dal sole della gioventù siciliana. Esiliato a Taormina a causa della tubercolosi, trasformò il villaggio in un'Arcadia queer, dove i miti in marmo incontravano la carne mediterranea.
Il suo lavoro pionieristico nel fotoromanticismo mescolava iconografia ellenistica, desiderio omoerotico e tecniche a fuoco morbido in tableaux messi in scena di efebi, drappeggiati in pelle di capra e alloro. La villa di Gloeden divenne sia salone che santuario, attirando le élite europee in cerca di una fuga illecita sotto le spoglie di un pellegrinaggio culturale.
Sebbene la sua arte fu successivamente censurata come “degenerata” sotto il fascismo, è ora riconosciuto come una figura fondamentale nella cultura visiva queer. Le sue stampe all'albumina—che fondono estetica greco-romana, fotografia erotica e narrazione visiva mediterranea—ridefinirono il nudo maschile sia come resistenza che come sogno.
Oggi, l'eredità di von Gloeden perdura nella storia dell'arte queer, le sue immagini mitiche illuminano come desiderio, classe e immaginazione classica si siano incontrati nella Sicilia di fine secolo.